Coronavirus: l’antidoto migliore è la manualità
Il Coronavirus, come abbiamo più volte detto e come sentiamo continuamente dire dagli psicologi, ci ha letteralmente costretto a guardarci in faccia, ma soprattutto a guardarci dentro. E come spesso accade in queste situazioni, a volte scopriamo dei nuovi piaceri. Alcune routine, infatti, hanno il potere di metterci in contatto con delle energie molto profonde, eterne, fuori dal tempo e capaci di rigenerarci.
Spesso si sente dire che nei momenti di stress bisogna meditare. Il problema nasce dal fatto che meditare, per chi non ha dimestichezza con questa pratica, è estremamente difficile ed ecco perché non funziona. Le persone iniziano a respirare in maniera diaframmatica e a meditare, ma dopo qualche minuto la loro mente di nuovo viene invasa da pensieri negativi. Ciò succede perché queste persone non hanno dimestichezza con questa pratica e quindi non riescono a metterla in pratica, specialmente in un momento così difficile. Non è affatto funzionale.
C’è un’altra strategia che però possono attuare: fare con le mani. Raffaele Morelli lo sottolinea in tantissimi video ed articoli, il fare con le mani diventa una vera e propria azione terapeutica. Non a caso le persone che in questo momento stanno affrontando meglio il coronavirus sono proprio quelle che hanno accantonato la dimensione temporale e si sono immerse in azioni di routine che consentono loro di dimenticarsi del proprio io, di dimenticarsi della propria parte razionale. Immergersi nell’azione diventa proprio un modo per far spazio all’anima e per recuperare l’energia del profondo, l’energia della creazione. Non è niente di nuovo, perché pensiamo ai bambini. Cosa fanno? Si distraggono continuamente usando le mani e la stessa cosa vale per gli animali: non hanno tempo di avere dei problemi, non hanno tempo di provare dolore perché sono continuamente immersi in azioni costanti e ripetute che gli permettono appunto di non sentire il dolore. Questo “fare con le mani” non deve però essere utilizzato come un modo per distrarsi e non pensare, ma al contrario serve proprio per entrare dentro la nostra anima e recuperare quell’energia della creazione, del cosmo, che ci permette di ristabilire il nostro equilibrio.
Il mio invito quindi è “facciamo con le mani”, senza però perdere di vista quella che è la nostra anima, anzi utilizzando questa azione come strumento per accedere alla nostra anima e alla nostra interiorità.