Perugia - Zona Madonna Alta

Coronavirus: Ci siamo chiesti cosa proviamo veramente?

Cari lettori, dopo molto tempo ho deciso di ricominciare a scrivere nel mio blog perché mai come in questa situazione di emergenza sociale, sanitaria ma anche psicologica sento la necessità di dover condividere con voi alcune informazioni, alcuni esercizi, alcune conoscenze che possano aiutarci a gestire questo momento di fortissima crisi.

Sento persone che sono letteralmente in preda all’ansia, alcune sperimentano sensazione di panico, altre si sentono profondamente angosciate. È chiaro che ognuno di noi reagisce a modo suo a questa emergenza, ma è importante prima di tutto fare chiarezza su quello che stiamo vivendo, perché quando riusciamo a dare un nome a quello che proviamo, alle emozioni che ci stanno letteralmente travolgendo, abbiamo già fatto un primo passo verso la prevenzione di un disagio psicologico potenzialmente di maggiore portata. Purtroppo le ricerche che sono state fatte negli anni quando ci siamo trovati ad affrontare altri virus e di conseguenza l’isolamento sociale ci danno delle informazioni non proprio positive, ovvero ci dicono che una buona percentuale della popolazione dopo il periodo di quarantena tende a sperimentare dei segnali di ansia, di angoscia, stress, a volte di depressione e anche di disturbi post-traumatici dello stress.

Sulla base di queste informazioni noi cercheremo di prevenire tutto questo, cercheremo di farlo attraverso la conoscenza che ci guida. Il primo passo è proprio quello di conoscere quello che stiamo vivendo. Innanzitutto chiediamoci: che cos’è la paura? Che cos’è l’ansia? Che cos’è l’angoscia e che cos’è il trauma? Rispondere a queste domande ci serve per affrontare meglio la situazione.

Iniziamo dalla paura. Che cos’è la paura? La paura è una reazione, è una percezione ad una minaccia. Ciò significa che noi percepiamo una minaccia e attiviamo delle strategie di difesa. In quest’ottica si può affermare che entro un certo livello la paura è anche positiva, perché ci salvaguarda dai pericoli e dalle minacce. L’ansia diventa l’effetto fisiologico, come ad esempio il battito cardiaco che accelera, la respirazione, la sudorazione, la pressione che si alza: si tratta di tutta una serie di parametri fisiologici che ci fanno capire che il nostro corpo sta rispondendo a questa minaccia.

Quando però queste reazioni fisiologiche non sono semplicemente l’effetto della paura, quando però questa ansia e quindi tutte le reazioni fisiologiche persistono nonostante la minaccia non c’è più, ci troviamo in uno stato di ansia. Quando quest’ansia è ancor più prolungata e porta ad una perdita di controllo della situazione diventa panico, fino ad arrivare fino all’angoscia. Umberto Galimberti in un video molto interessante che vi invito a vedere parla di angoscia dicendo che il coronavirus in un certo modo ci angoscia, perché l’angoscia è uno stato esistenziale dove pensiamo che qualcosa di brutto succederà ma non sappiamo cosa. Lui dice che nei riguardi del Coronavirus si parla di angoscia e non più di paura, perché mentre l’oggetto della paura è definito, nel caso del Coronavirus si tratta di un oggetto indeterminato perché non lo conosciamo e quindi ci troviamo in uno stato di angoscia, che è molto più pericoloso.

Dopodiché arriviamo ai disturbi post-traumatici da stress, in cui abbiamo un evento inaspettato ed estremamente rapido che ci rende completamente vulnerabili. In questo caso il Coronavirus ci farebbe capire quanto siamo vulnerabili da un punto di vista fisico e da un punto di vista psicologico. Chiediamoci che cosa proviamo nei confronti di questo coronavirus, senza entrare nel merito della gravità del virus. Stiamo provando semplicemente paura, quindi quando sentiamo le notizie al telegiornale chiaramente ci allarmiamo ma poi tutto sommato quella paura è gestibile, cioè riusciamo comunque a far fronte alla nostra vita e rimaniamo equilibrati? Oppure questo stato di paura si tramuta in ansia e quindi durante la giornata siamo in preda all’ansia, siamo agitati, siamo nervosi, siamo irrequieti anche quando ad esempio non pensiamo più al Coronavirus? Arriviamo addirittura ad essere in panico, cioè ad andare proprio in una sorta di tilt psicologico? Oppure proviamo lo stato di angoscia? Uno stato di disagio esistenziale, una situazione di incertezza perché non sappiamo quello che succederà. Questa situazione così vaga ed indeterminata mi provoca un umore più depresso ed impaurito? Sto provando angoscia oppure mi trovo in uno stato di disturbo post-traumatico da stress, cioè rivivo continuamente quell’episodio, la paura del Coronavirus e questo mi fa sentire fortemente minacciato e quindi ho la percezione di essere estremamente vulnerabile?

Vi invito a fare questa riflessione, se volete potete scrivermi nei commenti oppure direttamente al mio indirizzo e-mail: francescafrascarelli1988@gmail.com per cercare di capire meglio cosa provate. Nei miei prossimi articoli analizzeremo ancora meglio la situazione e cercheremo anche di dare delle risposte concrete.

A presto!

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